Gianni Versace e Andy Warhol: l’iconica collezione

Il lavoro creativo delle case di moda è quello di sperimentare, proprio come avviene nel mondo dell’arte. Questa è la prima, evidente, prova dell’indissolubile legame tra i due settori.

Una rivoluzione così forte da averlo reso il padre di uno stile di vita che ha aperto le porte della moda verso look stravaganti e moderni.

La peculiarità di Versace è sempre stata la citazione continua del panorama artistico, che da sempre ha influenzato la sua visione stilistica. Questo appare ovvio nel corso delle collezioni e delle sfilate, le quali divengono una mostra a cielo aperto di cultura e citazione.

Gianni Versace aveva da subito compreso che quando si parla di arte si parla di moda, e non si lasciò scappare citazioni dall’arte rinascimentale alla Magna Grecia arrivando alla cultura Pop contemporanea

Era il 1991 e Versace decise di stupire tutti con una collezione ben lontana dai prototipi e archetipi greco-romani.La sfilata del 1991 si ricorda come l’inno per eccellenza di Versace per Andy Warhol,iconico artista della cultura pop.

Collezione pop art, Gianni Versace 1991, ispirato alla famosa opera “Dittico di Marily” – 1962 di Andy Warhol.

Abiti anticonformisti, creativi, spiritosi ed estremamente popolari: ecco le creazioni Pop Art di Gianni Versace.

Come dimenticare gli incredibili pezzi iconici dedicati a James Dean e  alla diva del cinema, Marylin Monroe, proposti sotto forma di lunghi abiti da sera, completi da lavoro e da tempo libero.

Il viso riprodotto in serie che tanto aveva scioccato il mondo dell’arte con Warhol, ora era proprio lì: sul tessuto Versace.

L’arte contemporanea sugli abiti disegnati da Versace trova trionfo in ciò che spesso ribadiva: “che la Moda è Arte e l’Arte collabora con la Moda”.